Antichi Mestieri
Gerard Rohlfs, famoso filologo (Berlino, 14 luglio 1892 - Tubinga, 12 settembre 1986), docente di Filologia Romanza all'Università di Tubinga, e laureato "Honoris causa" dall'Università del Salento nel 1973, in un suo articolo pubblicato sulla REVUE LINGUISTIQUE ROMANE nel 1961 dal titolo "ANTROPONIMIA E TOPONOMASTICA" afferma (citando proprio Acquarica in provincia di Lecce ed Acquarica del Capo) che tali toponimi siano di origine greca ed avessero la funzione di esprimere il podere o la villa di un possessore che, nel nostro caso, sarebbe "Aquarius".
A noi invece è sempre piaciuto pensare che Acquarica di Lecce debba il suo nome al fatto che sia "Ricca per e di acqua", il che per una paese del Salento suona quasi come una contraddizione.
In realtà l'acqua c'è e si trova nelle paludi del circondario: la Zona Umida delle CESINE, la palude di Cassano e quella di "Campolitrano".
In queste zone sono sempre cresciute abbondanti le piante con cui gli artigiani dell'epoca hanno realizzato manufatti utili o necessari per la vita di tutti i giorni.
Testimonianza in questo senso ci viene offerta da un articolo pubblicato nel 1909 sulla rivista settimanale illustrata "PRO-FAMILIA" (volume diciottesimo, Gennaio-Giugno 1909, edita dalla "Società Editrice Pro Familia - S.E.P.F." di Milano. Nell'articolo dedicato ai "Mercati di Natale" a pagina 406 parla della "Fiera dei Pastori" che si teneva a Lecce e cita in particolare "...le celebri ceste della vicina Acquarica...".
Che sia per motivi di suffisso legati alla proprietà, come affermato dal Rohlfs, o per motivi di prefisso legati alle caratteristiche del territorio, di sicuro il legame di Acquarica di Lecce con le paludi circostanti è certo ed inscindibile.
Da questi luoghi gli artigiani locali hanno ricavato i prodotti naturali con cui hanno realizzato i loro manufatti.
Giusto per citarne alcuni:

• le Corde (dial. ZZUCHE), utilizzando il giunco denominato Juncus Nigricans, in dialetto "FILIDDHRU";
• le SCOPE DI SAGGINA, utilizzando le piante di Saggina, opportunamente legate con i giunchi della specie "JUNCUS ACUTUS";
• i CESTINI in paglia di "Barboncino Mediterraneo" o "Hiparrenia Hyrta", legata sempre con i giunchi;
• le grandi ceste, denominate "CUREDDHRE", realizzate con paglia di grano intrecciata con i giunchi;
• le legature, utilizzando la "AMPELODESMOS MAURITANICUS" o PIANTA TAGLIAMANI, in dialetto "SERRAZZA".

Il LABORATORIO DI ANTICHI MESTIERI della Proloco di Acquarica di Lecce nasce dalla volontà di riscoprire, rivalutare e tramandare la conoscenza di queste attività che, oltre al duro lavoro nei campi, hanno consentito agli abitanti di Acquarica di Lecce di vivere e crescere i propri figli.