ACQUARICA di Lecce
       Cenni Storici

Le nostre origini

RICOSTRUZIONI PREISTORICHE

Le origini del nostro Salento sono geologicamente recenti. Infatti si può presumere che fino a 60 milioni di anni fa esso fosse ancora ricoperto dalle acque, come testimoniano i numerosi fossili marini inglobati nella pietra calcarea del nostro sottosuolo. Il clima presente sulle terre successivamente emerse doveva essere molto diverso da quello attuale e caratterizzato da un habitat che ha lasciato, oggi, addirittura i segni della presenza di elefanti. Tali fossili sono antecedenti alla comparsa dell'uomo sulla terra, avvenuta circa 35 milioni di anni fa.

Le prime tracce della presenza dell'uomo sul nostro territorio sono documentate da ritrovamenti risalenti al Neolitico e all'Età del Bronzo. A tale periodo appartengono anche i ritrovamenti di Dolmen, Menhir, Specchie e sepolture.
Due Menhir, collocati nella piazza di Acquarica, sono stati rimossi alla fine degli anni "50.

Appartenenti al periodo del Bronzo finale (1000 a.C.), sono i ritrovamenti di "Pozzo Seccato" di origine messapica.
Si ritiene che in quel periodo il nostro territorio fosse attraversato da un fiume chiamato "Theutra".

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LE ORIGINI MESSAPICHE

Vengono denominati Messapi i popoli provenienti dall'Illiria che si stanziarono in Puglia, attorno al 1000 a.C. (si riscontrano notevoli affinità tra il dialetto parlato sulle coste orientali dell'Adriatico, nella penisola balcanica, e il dialetto parlato nel Salento).
Leggende locali facevano risalire le origini di questa popolazione all'eroe greco Messapo, proveniente dalla Beozia.

La forte militarizzazione dei Messapi e la loro perizia tattica nell'uso delle armi si manifesta per la prima volta nel 473 a.C., anno in cui vinsero i Tarantini.
Furono alleati di Atene nel corso della guerra del Peloponneso contro Siracusa (413 a.C.) e alleati di Taranto contro Lucani e Romani (303 a.C.).
Le fonti parlano dei Messapi come alleati mercenari dei Romani durante le guerre sannitiche. I rapporti tra i due popoli si deteriorarono quando i Messapi strinsero un'alleanza con Pirro, re dell'Epiro.
Sconfitti nel 225 a.C. dai Romani furono obbligati a mettere a disposizione di Roma il loro potentissimo esercito di circa 50.000 fanti e 16.000 cavalieri.

Nel corso della seconda guerra punica (212-213 a.C) si ribellarono a Roma, dimostrando ancora una volta temperamento grintoso e combattivo

Furono proprio i Messapi a fondare la città di Lecce verso la metà del III secolo a.C. .

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LA MAGNA GRECIA

La civiltà greca nacque nell'omonima penisola dei Balcani e si sviluppò nel IV secolo a.C. in modo singolare: unita da profondi vincoli di religione, lingua, cultura, ma frantumata in un numero incalcolabile di entità politiche, le 'poleis' o città stato, gelose della propria indipendenza e spesso in guerra tra loro.

L'espansione greca fu promossa dall'iniziativa privata e dallo Stato, le colonie erano Stati indipendenti, benché nominalmente vincolati alla madrepatria da obblighi di assistenza e di aiuto reciproco in caso di necessità. Ma spesso (e specialmente nell'Italia Meridionale, che venne addirittura chiamata Magna Grecia, cioè 'Grande Grecia') le colonie, del tutto svincolate dalla madrepatria, raggiunsero uno sviluppo e una potenza superiori a quella di quest'ultima, fino alla conquista romana nel corso del III secolo a.C.

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L'IMPERO ROMANO

L'Impero Romano nacque nel 27 a.C. dalla trasformazione della precedente forma di governo repubblicana e fu la naturale conclusione del complesso periodo di evoluzione iniziato il 21 aprile 753 a.C., mitica data a cui gli storici fanno risalire la fondazione della città di Roma.

Il primo imperatore fu Augusto, che grazie alla propria autorità morale (auctoritas) accentrò nella propria persona titoli e poteri attribuiti in precedenza ai magistrati repubblicani e, venendo proclamato "pontefice massimo" assunse anche la più alta carica religiosa e sacerdotale dello stato.

L'Impero fu caratterizzato da una solida ed efficiente burocrazia che consentiva anche il controllo delle numerose colonie (nel periodo di massima espansione l'impero dominava l'intero bacino del Mediterraneo e buona parte dell'Europa).

I successori della personalità carismatica di Augusto non furono sempre all'altezza del loro predecessore e le varie fasi della storia romana assunsero connotati che rispecchiavano la personalità dei vari imperatori. Pertanto si ricorda, ad esempio, l'instabilità del periodo di Caligola (37-41 d.C.), il cui equilibrio mentale era ritenuto da molti precario, o la prosperità dell'impero del progressista Adriano (117-138 d.C.) o del filosofo Marco Aurelio (161-180 d.C.) o anche le riforme di Diocleziano (284-305 d.C.).

Costantino (306-337 d.C.) spostò la capitale da Roma a Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli, e garantì nell'impero, con l'editto che prende il suo nome, la tolleranza religiosa fino ad allora negata.

I costi dell'esercito e dell'apparato burocratico indebolirono l'impero, la fine dei valori tradizionali della cultura romana lo svuotarono di significato e il colpo finale fu inferto dai barbari, che scesero a orde dall'Europa settentrionale portando devastazione e rovina e decretando la fine della gloriosa storia romana nel 476 d.C.

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BIZANTINI

L'Impero Romano d'Oriente, sorto in seguito alla scissione dell'Impero Romano nel V secolo d.C. con capitale Costantinopoli, assunse la denominazione di Impero Bizantino, comprendente la penisola balcanica, l'Asia Minore, il Medio Oriente e una parte dell'Africa settentrionale.

Nonostante le tradizioni e le istituzioni fossero mutuate da quelle romane, la lingua ufficiale era il greco e l'impero era caratterizzato da un'articolata burocrazia, un'efficiente organizzazione fiscale, un apparato militare moderno e una diplomazia molto abile.

L'Impero fu caratterizzato dall'armonia tra il potere imperiale e l'autorità ecclesiastica, garantita prima da Costantino, in seguito da Giustiniano e da sua moglie Teodora, che si occuparono anche di riconquistare le coste del Mediterraneo occidentale, tra cui il Salento.

L'unità dell'Impero venne messa in discussione da popoli invasori, quali i longobardi, gli arabi, gli slavi, mentre il distacco definitivo dal mondo occidentale fu segnato nel 1054 dalla nascita della Chiesa Ortodossa, separatasi da quella di Roma.

L'Impero partecipò attivamente alle Crociate, ma nel 1453 l'invasione ottomana dei Balcani e l'assedio della capitale Costantinopoli ne segnarono la fine.

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LONGOBARDI

Popolazione di stirpe germanica, proveniente presumibilmente dalla Scandinavia, che nel 568 scese in Italia e vi si stabilì, scegliendo Pavia come capitale del regno.

Dopo un periodo iniziale di conflitti con il Papato e con l'Impero romano d'Oriente, la conversione dei Longobardi al cattolicesimo (680) segnò l'inizio di un periodo di pace e prosperità.

Il desiderio di unificare l'Italia sotto il proprio scettro alienò ai Longobardi le simpatie dei papi che si sentivano minacciati nei propri possedimenti dell'Italia Centrale: papa Adriano I cercò l'aiuto di Carlo, re dei Franchi, che nel 774 scese in Italia, depose il re Desiderio e ne mise in fuga il figlio Adelchi, ponendo fine al regno longobardo.

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I NORMANNI

Letteralmente "uomini del Nord", noti anche come Vichinghi, erano diversi popoli scandinavi protagonisti di migrazioni e scorrerie nell'Europa Meridionale a causa della scarsità di terre disponibili nelle loro terre d'origine.

La loro espansione avvenne in tutte le direzioni: verso ovest in Inghilterra, verso est in Russia e verso sud, nella penisola italiana. Si inserirono con astuzia e intraprendenza nelle contese feudali che dilaniavano l'Italia meridionale e riuscirono ad unificarla, dopo aver ottenuto i ducati di Puglia e Calabria e scacciato gli Arabi dalla Sicilia. Il Regno di Sicilia venne poi utilizzato come base di partenza per spedizioni di conquista oltremare.

Nell'Italia Meridionale e in Sicilia i normanni si integrarono e si mescolarono alla popolazione locale. Lasciti della loro presenza sono riscontrabili nell'organizzazione sociale (ad esempio, le baronie) e nella vita culturale, arricchita dalla straordinaria fioritura della scuola siciliana alla corte di Federico II a Palermo, che per la prima volta conferì dignità culturale al volgare italiano.

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I TURCHI

La Penisola Anatolica è stata la culla di una moltitudine di civiltà e di organizzazioni statali durante tutto il corso della storia dell'umanità. Incorporata negli Imperi Persiano, Macedone, Romano e Bizantino, l'Anatolia né seguì le vicissitudini, finché non fu invasa da tribù di etnia Turca a partire dall'XI secolo, a seguito della vittoria sull'esercito Bizantino. I coloni Turchi si riunirono sotto il vessillo della tribù dei Turchi Selgiuchidi, i quali fondarono una fiorente e potente organizzazione statale, distrutta però nel corso delle grandi invasioni Mongole.

Nel corso del XIV e del XV secolo un'altra tribù Turca, quella degli Ottomani, riuscì ad ottenere nuovamente la preminenza in Anatolia. Gli Ottomani riuscirono ad imporre la propria egemonia anche in Grecia ed in buona parte della Penisola Balcanica, la loro politica di espansione li portò ad essere alla metà del XVI secolo, la prima potenza militare ed economica dell'Europa e del bacino del Mediterraneo.
Iniziò però a questo punto una decadenza politica e militare che portò al suo disfacimento al termine della Prima Guerra Mondiale.

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TARANTO

In un porto naturale formato dal Mar Grande e Mar Piccolo, Taranto da il nome al golfo su cui si affaccia, sul Mar Ionio.

Fondata col nome greco Taras nel VIII secolo a.C. da coloni greci provenienti da Sparta, insediatisi nonostante la resistenza delle popolazioni locali, passò sotto la dominazione romana nel 272 a.C ed elevata a municipio col nome di Tarentum.

In seguito a un periodo di decadenza dovuto all'occupazione di Goti, Longobardi e Saraceni, venne riedificata dai bizantini e trasformata in un potente principato dai normanni.

La successiva dominazione spagnola segnò una nuova decadenza della città, che rinacque come importante porto militare e arsenale della Marina con la nascita del Regno d'Italia.

La struttura medievale della città vecchia si rispecchia nella sua struttura a isola, dovuta alla costruzione di un canale navigabile nel 1481 a scopo di difesa contro i Turchi (ora attraversato da un ponte girevole).

La città nuova occupa invece l'area dove era sorta originariamente l'antica necropoli greca.

Attivo porto commerciale e importante centro industriale, Taranto è oggi capoluogo di provincia e comprende 29 comuni dediti alla pesca, all'agricoltura all'industria e all'artigianato.

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OTRANTO

Otranto si affaccia sul Canale omonimo, nel punto in cui l'Italia fronteggia l'Albania e il Mar Adriatico diviene Ionio. E' l'estremità orientale della penisola salentina e anche dell'intera penisola italiana.

Presumibilmente fondata dai Cretesi, acquisì il nome di Hydruntum quando fu elevata a municipio romano. Dopo cinque secoli di dominazione bizantina, che la videro fiorire, e altri due sotto l'egida dei normanni, la città subì un terribile assedio nel 1480 ad opera dei turchi, che arrivarono a massacrare ben 800 innocenti (i famosi "martiri idruntini", le cui reliquie sono conservate nella Cattedrale).

La vicina Lecce si avvantaggiò sempre più della decadenza di Otranto, che proseguì anche sotto il dominio aragonese. La città conserva ancora le mura aragonesi, all'interno delle quali si snodano intricate e pittoresche viuzze che conducono alla Cattedrale, in stile romanico, arricchita nella pavimentazione da un mosaico conservato quasi integralmente, risalente agli anni 1163-1165 e raffigurante un grande albero della vita e i dodici segni dello Zodiaco. Il vicino Museo Diocesano illustra il patrimonio storico-artistico del Salento.

Altri monumenti da ricordare sono l'antica Basilica di San Pietro, eretta con pianta a croce greca nei secc.IX-X, e il Castello Aragonese, ricostruito nel 1481.

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LECCE

Il capoluogo salentino fu fondato dai Messapi, ma ben presto divenne stazione militare romana con il nome di Lupiae e venne in seguito elevata a municipio.
Subì il saccheggio di Totila, re degli Ostrogoti nel 542 e nel 549, passò poi sotto il dominio bizantino, quindi normanno, durante il quale divenne sede di corte, quindi angioino e infine aragonese, nel 1463.

Mercanti di varia provenienza (veneziani, fiorentini, genovesi, greci, albanesi) ne fecero un centro commerciale fiorente e culturalmente attivo.
I dominatori spagnoli, che si servivano dell'istituzione dei viceré per governare i possedimenti nell'Italia Meridionale, fortificarono la città con nuove mura, di cui oggi restano poche vestigia, e vi edificarono il castello di Carlo V come baluardo contro le incursioni turche.

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