LA NOSTRA LINGUA
Il Salento è caratterizzato da una storia linguistica intensa e complicata, fortemente segnata dalla dominazione romana iniziata nel 269 a.C. .
Ancora prima di Roma, Taranto, città di origine greca, aveva invano combattuto i Messapi, antichi abitanti, per tentare di sottometterli.
Sino alla conquista romana i Messapi continuarono a parlare la loro lingua ma successivamente ad essa il passaggio al latino fu immediato e totale. La notevole differenza esistente tra le due lingue non permise fusioni e prestiti reciproci, cosicchè rimangono a noi solo esigue tracce della lingua in uso presso questo antico popolo.
Il Salento dominato dai Messapi non presenta tracce del greco dorico o del greco pre-bizantino, né tantomeno del greco di Taranto. Sono invece presenti ancora oggi, nell'entroterra Salentina, gruppi di lingua grecanica, discendenti delle colonie greche, insediatisi nel Salento nel periodo di dominazione Bizantina (dal 535 al 1071).
I Bizantini contribuirono a preservare i dialetti salentini dalle innovazioni linguistiche apportate dalla dominazione Longobarda che si estendeva su gran parte del territorio italiano. I Longobardi, infatti, non riuscirono ad espugnare i territori del Salento, della Calabria meridionale e della Sicilia nord orientale, che restarono interamente sotto il dominio Bizantino sino all'unificazione dell'Italia meridionale ad opera dei Normanni, avvenuta intorno all'anno Mille.
Ugualmente il sistema politico introdotto dai Normanni contribuì alla conservazione linguistica dei dialetti salentini in quanto la Terra d'Otranto, per quasi un millennio (fino al 1860), costituì una provincia di quel Regno napoletano caratterizzato per tutta la sua esistenza da unità politica e culturale.