ACQUARICA di Lecce
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Libro su Acquarica di Lecce

CAPITOLO VIII

Atti comunali, visite pastorali e ricordi di persone dal 1865 al 1980.

1865
Con l'unificazione dei comuni furono necessari aggiornamenti e modifiche nell'ambito dell'amministrazione comunale, sia nel campo sociale che in quello politico. Per favorire le comunicazioni, gli scambi commerciali e le esigenze di ognuno, viene posta in considerazione la necessità di collegare le frazioni al capoluogo e fra di esse attuando un sistema stradale più agevole e adeguato. Il, 12 ottobre 1878, il consiglio delibera, a maggioranza di voti sei, la costruzione della via Acquarica-Vernole, da attuarsi nel seguente modo: "una retta da Vernole al fondo Calà, ed un'altra retta da quel fondo alla frazione di Acquarica, in quanto questa è la più comoda al traffico, perciò fruibile per l'agricoltura dei fondi, e in questo modo si risparmierebbe il taglio di alberi di gran mole"
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1925
L'illuminazione pubblica serale era garantita da alcuni fanali a petrolio. Erano solo quattro e si trovano agli incroci principali del paese. Uno all'angolo della Chiesa madre nel largo Pozzo, un altro all'imbocco di via Strettola (oggi via Sciolti) sulla piazza, un terzo all'imbocco della Piazza su Via Vanze, e un quarto al largo Santa Croce, verso l'uscita su via Strudà dove all'epoca c'era un mulino. Il comune provvedeva a questo servizio pagando un addetto e fornendo il materiale occorrente: petrolio, stoppini e macchinetta. L'incaricato, nel 1925, era il signor Letizia Gregorio che ogni sera, all'imbrunire, faceva il giro del paese portando con sé l'occorrente per accendere i fanali e una scala a pioli per raggiungerli.



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1931
L'illuminazione pubblica a petrolio viene sostituita dall'elettricità con "lampade classiche di 15 candele", installate negli stessi posti delle precedenti a petrolio con l'aggiunta di altre due, una all'angolo di Vico Mazzeine a l'altra in via Castello. Anche nelle case i lumi a petrolio vengono sostituiti dalle lampadine elettriche, anche se agli inizi venivano accese con molta parsimonia per risparmiare.



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1958
Questo fu anche l'anno dell'inizio delle emigrazioni di massa. Alcuni capofamiglia si diressero in Francia, Inghilterra e Canada dove c'erano richieste di operai, agricoltori per la coltivazione delle barbabietole da zucchero o lavorare nelle fattorie; altri in Germania e in Svizzera come operai edili e meccanici; e in Belgio come minatori e in Sud Africa per essere impiegati nelle miniere d'oro. In seguito, su interessamento dei primi, ne partirono altri con l'assicurazione di buon lavoro, ben remunerato.


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